Comprendere la stabilità nella neuroscienza cognitiva con la lente di Hacking

Autori

  • Jacqueline Sullivan University of Western Ontario

DOI:

https://doi.org/10.4454/philinq.v9i1.346

Parole chiave:

cognition, laboratory science, natural kinds, stability, unity of science

Abstract

Ian Hacking ha dato il via a una rivoluzione nella filosofia della scienza del XX secolo, ponendo gli esperimenti (“interventi”) in cima a un'agenda filosofica che storicamente si era concentrata quasi esclusivamente sulle rappresentazioni (“teorie”). In questo articolo, mi concentro su un insieme di strumenti concettuali che Hacking (1992) ha proposto per capire come le scienze di laboratorio diventino stabili e per spiegare cosa significhi tale stabilità per le prospettive di unità della scienza e di scoperta gentile nella scienza sperimentale. Uso gli strumenti di Hacking per comprendere le fonti di instabilità e di disunità nelle neuroscienze comportamentali dei roditori. Li uso poi per comprendere le recenti iniziative di collaborazione di base volte a stabilire una stabilità in quest'area di ricerca e per individuare alcune implicazioni per l'unità della scienza e per la creazione e la scoperta del genere nelle neuroscienze cognitive.

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Pubblicato

2021-02-25

Fascicolo

Sezione

Focus