Fantasia neutrale e emozioni possibili
Una prospettiva fenomenologica sull'educazione estetica
DOI:
https://doi.org/10.4454/philinq.v9i1.269Parole chiave:
Edmund Husserl, phenomenology, phantasy, emotion, aesthetic educationAbstract
In questo articolo mi ispiro alle lezioni di Husserl sull’etica e ai suoi manoscritti sulla fantasia per chiarire il ruolo e la struttura dell’educazione estetica all’interno di una teoria fenomenologica dell’esperienza dei valori. Innanzitutto, mostro che l’approccio di Husserl alle emozioni come contenuti materiali delle esperienze di valore solleva il problema di giustificare la validità della relazione tra stati emotivi fattuali e valori ideali. Suggerisco poi, basandomi su alcuni argomenti fenomenologici husserliani sulla fantasia, che questa discrepanza possa essere colmata attraverso il godimento dell’arte, ovvero attraverso un processo di educazione estetica. Mi concentrerò, così come fa Husserl, sull’arte teatrale come caso di studio. Il mio obiettivo è sostenere che la fantasia artistica ci offre la possibilità di un’educazione delle emozioni, aiutandoci a esplorare progressivamente la struttura eidetica degli stati emotivi nella loro individualità, ma indipendentemente dal loro “qui e ora” isolato (ovvero dalla loro occasionalità fattuale). La prima parte dell’argomentazione si riferisce principalmente agli ultimi capitoli dell’Einleitung in die Ethik di Husserl (1920/1924). La seconda parte si concentra su un manoscritto del 1918. Concludo accennando a come l’idea di un’educazione estetica fenomenologica possa contribuire a fornire un’interpretazione coerente dell’etica di Husserl, contribuendo anche al dibattito contemporaneo sugli oggetti finzionali.
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